Mamma Schiavona

Mamma Schiavona

Mamma Schiavona è un’icona della Vergine Maria situata nel Santuario di Montevergine, vicino Avellino, nell’Italia meridionale.
Mamma Schiavona si celebra il 12 settembre – la festa del Santo nome di Maria – e il 2 febbraio – la Candelora, la presentazione di Gesù al Tempio – con la “juta”, la salita verso il Santuario.

Maria di Montevergine, che è una Madonna nera, è chiamata Mamma Schiavona dai credenti; sfortunatamente sembra impossibile risalire all’etimologia di questo nome. La cosa certa è la partecipazione di gruppi di femminielli (omosessuali e/o transessuali) al culto di questa icona.

Secondo Ceccarelli (2008), questo culto sembra risalire agli inizi del 17° secolo, ma è possibile che risalga a periodi precedenti, secondo alcuni miti.

L’importanza di Mamma Schiavona e la sua affascinante storia va oltre i confini della religione popolare locale. Infatti, questa icona ispirò Pasolini (1971), che usò il coro dei femminielli nel suo film “Il Decamerone” e De Sica (1954) che fece lo stesso nel film “L’oro di Napoli” (Niola, 2014).

Per il reportage completo http://www.mrmaam.com/#issue (pp. 44-49)

Mamma Schiavona

Mamma Schiavona

Mamma Schiavona è un’icona della Vergine Maria situata nel Santuario di Montevergine, vicino Avellino, nell’Italia meridionale.
Mamma Schiavona si celebra il 12 settembre – la festa del Santo nome di Maria – e il 2 febbraio – la Candelora, la presentazione di Gesù al Tempio – con la “juta”, la salita verso il Santuario.

Maria di Montevergine, che è una Madonna nera, è chiamata Mamma Schiavona dai credenti; sfortunatamente sembra impossibile risalire all’etimologia di questo nome. La cosa certa è la partecipazione di gruppi di femminielli (omosessuali e/o transessuali) al culto di questa icona.

Secondo Ceccarelli (2008), questo culto sembra risalire agli inizi del 17° secolo, ma è possibile che risalga a periodi precedenti, secondo alcuni miti.

L’importanza di Mamma Schiavona e la sua affascinante storia va oltre i confini della religione popolare locale. Infatti, questa icona ispirò Pasolini (1971), che usò il coro dei femminielli nel suo film “Il Decamerone” e De Sica (1954) che fece lo stesso nel film “L’oro di Napoli” (Niola, 2014).

Per il reportage completo http://www.mrmaam.com/#issue (pp. 44-49)